Commenti all'ennesimo articolo che tratta di SEO per Baidu
Eccoci di nuovo ad un nuovo post di commento sul SEO in Cina, oggi è la volta dell'articolo di Jacopo Matteuzzi dello Studio Samo: "SEO di Baidu: come posizionarti sul più grande motore di ricerca cinese", risalente al 2013, quindi cronologicamente più recente rispetto a quanto visto fin'ora.
1)Punto già ripetuto a più riprese nei miei precedenti post qui e qui(http, internal), per cui il dominio *.cn non offre particolari vantaggi. Più che l'Hosting in Cina poi, soprattutto per siti ricchi di contenuti multimediali o immagini ribadisco che è meglio poggiarsi sui servizi di CDN locali, perché in Baidu la velocità caricamento della pagina è un fattore di posizionamento importante.
2)Nessun commento sul punto 2 poiché esula dall'attività SEO vero e proprio.
3)Punto importante e pienamente condiviso, soprattutto nel caso di testi estesi, le traduzioni automatiche sono inutilizzabili al 100%. Quindi un bel + per le traduzioni tramite interprete umano e ben competente. Per testi importanti solitamente si fa tradurre il testo all'interprete a, e poi si fa verificare la traduzione da un interprete b, o addirittura anche da un interprete c, i quali sono il più delle volte madrelingua(la cosiddetta revisione della traduzione è una pratica consolidata, quando non si vuol rischiar figuracce con i propri clienti cinesi), le barzellette sugli stranieri spopolano anche in Cina, dove perfino il francese così fine ed elegante per gli Italiani, viene preso di mira con il suo "bonjour" e "salut" che diventano rispettivamente, "maiale imbranato" ed "asino idiota". Condivido anche il punto finale, meglio delle singole Landing Pages ben tradotte, piuttosto che un intero sito bistrattato da caratteri che fanno solo sghignazzare i visitatori con gli occhi a mandorla!
4)A quasi 2 anni di distanza dalla data di pubblicazione dell'articolo analizzato, Baidu continua a considerare i meta tags come fattori importanti, ivi compresi i meta keywords, anche se per una pagina che punti solamente o principalmente a questi è ormai impossibile raggiungere la prima pagina delle SERP. Confermo poi il discorso dei contenuti unici, ed in merito vorrei far notare che anche l'algoritmo di Baidu per il riconoscimento dei contenuti pseudo-unici continua a fare progressi. Torno poi a ribadire che Baidu indicizza le pagine nella loro interezza, quindi non è assolutamente necessario "concentrare le parole che volete ottimizzare in cima alla pagina", anzi ai fini SEO questa pratica potrebbe essere anche deleterio! Baidu, infatti, come Google odia gli artifici pro-SEO se non supportati da adeguato contenuto, quindi utilizzate i tags <h> per organizzare meglio la struttura della pagina ma fate in modo che questa sia visualizzata in modo più naturale possibile. Per i commenti sulla censura rimando all'altro post.
5)Anche il discorso dei link è già stato trattato nei post passati ma val la pena ribadire: ormai anche Baidu valuta molto più la qualità rispetto quantità! Non sono in grado di quantificarlo, ma questo fatto è evidente e confermato da più SEO cinesi! Il poter vantare poi links provenienti da più siti con temi affini alla pagina da ottimizzare fa sicuramente guadagnare più punti agli occhi di Baidu. Un aggiornamento per l'anchor text, che Google ha recentemente penalizzato, Baidu sotto questo punto di vista è ancora indietro, ad oggi (e siamo gli inizi del 2015) le parole contenute nei links sono valutate per il posizionamento quasi tanto quanto ai tempi migliori di Google (2004-2008, quindi prima dei vari Penguin e Panda).
Per quanto riguarda la tabella ci dedicherò un articolo a parte, poiché ritengo possa essere davvero una sintesi interessante per capire meglio il funzionamento di Baidu!
6)Anche il PPC esula dal SEO, eccettuato per le congetture sull'eventuale favoritismo da parte di Baidu, che trovano le stesse conferme quanto quelle che erano a suo tempo le medesime illazioni fatte su Google. Ma la verità è: spesso le aziende che sono disposte ad investire nei servizi PPC di Baidu, sono anche quelle che investono in SEO per posizionarsi.
7)Baidu come Google, non ha bisogno che un sito sia segnalato per archiviarla, per questo scopo basta che sia linkata da altre pagine che Baidu visita con frequenza. Sono corretti invece i commenti su Baidu News e sitemap.
Conclusione: sicuramente la mentalità dei cinesi è molto diversa dalla nostra, ma è altrettanto vero che la maggior parte degli utenti d’internet più assidui sono giovani, e quindi decisamente aperti verso il progresso tecnologico; di conseguenza le dinamiche che regolano i fenomeni del web in Cina sono alla fine simili a ciò che avviene in occidente, molto più di quanto ci si possa aspettare partendo dalla constatazione sull'abisso culturale.
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Commenti
Grazie
Ciao,
grazie per le correzioni!
Se devo essere onesto, ho scritto quell'articolo basandomi su ricerche e fonti che ritengo autorevoli, ma non ho nessuna esperienza in quanto ad attività pratica su Baidu.
Se tu ne hai (come mi sembra leggendo il tuo post) e sei interessato ad una collaborazione, per favore contattami per email ;)
Precisazione riguardante l'hosting in Cina
Solo una precisazione che riguarda l'hosting in Cina.
Nel web occidentale c'è una disinformazione raccapricciante in merito a tali temi e spesso alcuni autorevoli siti si rivelano essere delle armi di distrazione di massa.
La questione hosting in Cina è molto semplice.
1 – Occorre una Legal Identity Cinese (privato, azienda, associazione).
2 – Chi ha una L.I. cinese può richiedere il certificato ICP, per gli usi consentiti dalla legge cinese. Va dichiarato lo scopo del sito e chi richiede se ne assume la responsabilità fin dalla richiesta.
3 – Se la pratica viene accettata, ad insindacabile ed inappellabile giudizio dell’ufficio cinese competente, l’iter di ottenimento dura dalle 2 alle 3 settimane.
4 – Dopo aver ottenuto il certificato si può fare richiesta ad una società che fornisce hosting in territorio cinese. Occorre circa un mese per un sito istituzionale senza moduli di pagamento, e circa tre mesi per un sito che preveda qualsiasi tipo di modulo di pagamento). Tale discorso vale anche per modalità di pagamento tramite circuiti come PayPal o Alipay, e recentemente sono state incluse anche le transazioni tramite criptovalute come bitcoin. Ovviamente implementare tali moduli dopo aver ottenuto hosting per un sito solo istituzionale, o per un sito con obiettivi diversi da quelli dichiarati in sede di richiesta di certificato ICP, è causa di grossi guai. Va sottolineato che in Cina la giustizia è molto rapida ed efficace ed i giudici cinesi sono sempre molto emozionati dalle cause che riguardano il web.
Ci sono varie società che forniscono supporto per questo genere di procedure burocratiche, a livello informativo. Nessuno infatti può fornire una Legal Identity cinese a chi ne abbia bisogno, solo per tali procedure. Una Legal Identity cinese si ottiene solo aprendo una società di diritto cinese in territorio cinese. Nella Città di Hong Kong e nella Città di Macau, e nel Territorio della Repubblica di Cina, detto Taiwan, non è possibile registrare una società di diritto cinese. L’unica modalità è l’apertura secondo le procedure previste dalla legge della Repubblica Popolare Cinese, nel territorio della Repubblica Popolare Cinese.
Ciò premesso ci sono centinaia di società cinesi autorizzate a fornire hosting in territorio cinese, esattamente come in Italia. Tali società operano, a differenza che in nel resto del mondo, sotto la stretta sorveglianza di tre entità governative paragonabili a forze armate con compiti solo amministrativi:
– la prima è la “Internet Affairs Bureau” (una sorta di unità di crisi sempre in stato di massima allerta, dedicata alla applicazione della censura, che dipende direttamente dal Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese, che è il “potere esecutivo” vero e proprio – il personale è civile, ma pubblico ufficiale).
– la seconda è la “State Internet Information Office” (un ufficio di coordinamento operativo che sovraintende al corretto funzionamento del Internet Affairs Bureau – ha la stessa autorità di un corpo militare di intelligence, nell’esercizio delle sue funzioni – dipende direttamente dal Presidente del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese, che è il “Presidente” – il personale è militare).
– la terza entità è un particolare ufficio del quale non si conosce nè la denominazione nè la struttura, e che pare dipenda direttamente dal “Ministero della Pubblica Sicurezza della Repubblica popolare cinese”. Non sono noti i comandanti, non è note le sedi, non è noto se il personale sia civile o militare, ed in ogni caso il personale non è dotato di distintivi particolari. Si sa solo che, al momento, il personale accreditato di questo particolare ufficio ha sempre l’ultima parola in sede di valutazione, per quanto riguarda le presunte violazioni delle normative, per quanto riguarda l’applicazione della censura cinese, e più in generale per tutto ciò che riguarda i potenziali rischi per la Pubblica Sicurezza della Repubblica Popolare Cinese.
Se si è “impossibilitati” ad ottenere un ICP non si può optare per un hosting ad Hong Kong, per eludere il problema.
Il territorio di Hong Kong infatti è fuori dal Grande Firewall Cinese, ed esistono regolamentazioni distinte da quelle cinesi per il web di Hong Kong. Quindi optare per l’hosting su Hong Kong, cosi come su Macau, o Taiwan, avrebbe lo stesso effetto in termini di accessibilità e velocità, di un hosting fatto a casa propria.
E’ una cosa abbastanza normale che un sito con hosting in Cina sia lento fuori dalla Cina, e specialmente se l’utente si trova a grande distanza.
E’ necessario fare dei test con dei servizi presenti sul territorio cinese, rivolgendosi magari a società specializzate, oppure chiamando un amico che dalla Cina possa avviare una videochat con voi, per valutare real time le performance del sito che interessa.
marco.rubini@live.it